THE APPROACH TO VENICE

Professor
Benno Albrecht [IUAV]

The Approach to Venice 1840 by Joseph Mallord William Turner 1775-1851
The Approach to Venice, 1840, Joseph Mallord William Turner

THE APPROACH TO VENICE

The topic of the workshop is the arrival in Venice trying to overcome the atrophy of the communication systems and water exploitation. In order to re-define in brave terms Marghera’s industrial areas, the workshop will take part from the ideas expressed by Leonardo Benevolo in 1996 in the Piano della città bipolare di Venezia. The land areas and the front of the lagoon will become the main strategic areas for the new development of the bipolar city of Venice. It is naive and futile to propose to restore and preserve Venice without the restoration and preservation of its supporting structure: the water circulation network. Only by using the historical network of channels it will be possible to define new uses suitable to today’s needs. The fundamental choice is to separate urban accesses from tourist excesses in the ancient city, solving the current chaos in the Piazzale Roma bridgehead. Venetian tourism is economically unsatisfactory given the excessive amount of short visits that are bulkier and less profitable for the city’s economy.

The goal of the new access system is not to carry in a different way the current flows. The new access mode will filter in a different way the visitors, leading them to new larger or smaller amounts and new qualitative compositions best suited to Venice and its resident’s nature; not only in the island but in the whole city. The approach will not be downtime, but an integral part of the visit, correcting the current concentration in a few tiny areas, Marciana and Rialto, and fully exploiting the cultural resources scattered throughout the city. Tourists will begin their visit directly from the lagoon where the old town will be just one of the points of interest. In properly equipped places it is possible to offer, such as in airports, alternative spaces to many activities auxiliary to tourism that are cumbersome in the old town: sales of products and souvenirs, guides, publications, food, made in Italy products.

The conceptual background from which the projects will be developed is the concept of “sustainability” developed in Venice by late nineteenth century thinkers. A guide that was invaluable to many, for example Marcel Proust that in the Bible d’Amiens states: “This was literally the case, and at a time when I believed my days to be numbered, as I left for Venice in order to be able before dying to approach, touch and see the incarnated in decaying but still-erect and rosy palaces, Ruskin’s ideas on domestic architecture of the middle-ages. What importance, what reality in the eyes of one who must soon leave the earth, can be possessed by a city so special, so fixed in time, so specific in space as Venice (…) It is power of genius to make us love a beauty more real than ourselves in those things which in the eyes of other are as particular and perishable as ourselves.” The scenic background is a productive and solar Venice, “vitale neptunische Stadt”, a glorious «beaver republic», as Goethe named it.


L’argomento del workshop è l’arrivo a Venezia tentando di superare l’attuale atrofia del sistema delle vie d’acqua. Per ridefinire in termini concreti e coraggiosi le aree industriali di Marghera, ci appoggiamo a grande scala alle idee espresse tempo fa, da Leonardo Benevolo, nel Piano della città bipolare di Venezia del 1996. Le aree di terraferma e il fronte della laguna diventano l’area strategica principale del nuovo sviluppo della città bipolare di Venezia. È ingenuo e futile proporsi di restaurare e conservare Venezia senza restaurare e conservare la sua struttura portante che è la circolazione via acqua. Si tratta di valorizzare la rete storica dei canali definendo nuovi usi compatibili rispondenti alle esigenze della contemporaneità. La scelta fondamentale è quella di separare gli accessi urbani e gli eccessi turistici della città antica, evitando di prolungare la loro competizione negli spazi inevitabilmente ristretti della testa di ponte di Piazzale Roma. Il turismo Veneziano è insoddisfacente dal punto di vista economico ed è eccessiva l’entità delle visite brevi più ingombranti e meno redditizie per l’economia cittadina.

L’obiettivo del nuovo sistema di accessi non è quello di mutare l’attuale sistema di flussi. Le nuove modalità filtreranno in un modo diverso i visitatori, determinandone nuove quantità, maggiori o minori, e nuove composizioni qualitative più adatte alla natura di Venezia e alla convivenza con la popolazione residente; non solo nell’isola ma nell’intera città. Gli spostamenti di avvicinamento non saranno tempi morti ma parte integrante della vista, si correggerà la concentrazione in poche aree ristrette, l’area Marciana e di Rialto, valorizzando le risorse sparse in tutta la città. I turisti entreranno fin dal principio nell’ambito lagunare dove la città antica è solo uno dei luoghi da visitare, rendendo naturale la frequentazione a tutto campo del grande spazio acquatico. In luoghi adeguatamente attrezzati è possibile offrire, come negli aeroporti, spazi alternativi a molte attività ausiliarie al turismo che diventano ingombranti se svolte sul posto: vendite di prodotti, souvenir, guide, pubblicazioni, viveri e prodotti del made in Italy.

Lo sfondo concettuale su cui saranno elaborati i progetti è la concezione “sostenibile” che ha avuto in Venezia, un suo palcoscenico d’eccellenza con i pensatori della seconda metà dell’Ottocento. Una guida che è stata preziosa per molti tra cui Marcel Proust che nella Bibbia d’Amiens afferma: “Fu proprio così, e in un periodo in cui credevo che i miei giorni fossero contati, partii per Venezia per potere, prima di morire, avvicinare, toccare, vedere incarnate, nei rosei palazzi vacillanti ma ancora in piedi, le idee di Ruskin sull’architettura civile del medio evo. Quale importanza, quale realtà può avere agli occhi di uno che presto deve lasciare la terra, una città, così singolare, così limitata nel tempo, così distinta nello spazio, come Venezia (…) La potenza del genio ci fa amare una bellezza, che noi sentiamo più reale di noi, in quelle cose che agli occhi degli altri sono così trascurabili e così mortali quanto noi stessi“. Lo sfondo scenico è una Venezia produttiva e solare, “vitale neptunische Stadt”, una gloriosa «repubblica di castori», come l’ha definita Goethe.

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